"La tomba vuota" Kiko Argüello - Chiesa Ss.Trinità Piacenza |
Il sepolcro
è stato, come diceva Tonino Bello una “collocazione provvisoria”, è stato un
passaggio, ma Lui è vivo è qui in mezzo a noi.
Lo
comprendiamo anche guardando a coloro che erano accanto a Gesù.
Le donne,
nel vangelo di Marco, sono quelle che vanno al sepolcro al mattino presto.
Hanno osservato da lontano, durante i giorni precedenti alla Pasqua, gli avvenimenti, ma ci sono sempre state.
Una donna ha
sparso il suo profumo sui piedi di Gesù per dire che quei piedi e quel corpo
gli appartenevano come affezione fondamentale della sua vita.
Poi Maria
sotto la Croce, insieme alle altre donne, accoglie tra le braccia Gesù lo avvolge
e lo riporta come nel grembo da cui l’aveva generato. Accogliendo
Lui fa nascere la chiesa.
Mani di donna, mani che lavano i piedi, mani che abbracciano, mani che profumano e avvolgono in un sudario il corpo di Cristo
Mani di donna, mani che lavano i piedi, mani che abbracciano, mani che profumano e avvolgono in un sudario il corpo di Cristo
Donne che
osano, escono, non stanno a guardare da che parte sono i discepoli, il potere… Vanno
dall’Amato, vanno dove la chiesa le manda. Donne che sanno servire, stanno al loro
posto accanto ai discepoli.
Da tempo ci
si chiede sempre che ruolo ha la donna nella chiesa?
Basterebbe
leggere il Vangelo e, come abbiamo capito la collocazione di Pietro e di tutti
i discepoli, capiremmo anche il ruolo della donna nella chiesa.
Dalla donna
descritta dal Vangelo di oggi, emerge una persona che sa credere, che sta
accanto a Gesù e dà a Lui il primato.
Il ruolo
della donna è riportare Cristo al primo posto e additarlo come unico, necessario
al cuore dell’uomo.
Si legge che
i discepoli si disperdono che Pietro tradisce, Giuda lo bacia e lo consegna, ma
le donne rimangono. Loro riescono a mantenere il primato del cuore di Cristo.
Offrono la
vita, hanno visto appendere Gesù, nudo sulla croce e quel corpo bianco è già l’Eucaristia.
Se noi salviamo
Cristo nel nostro cuore, se lo cerchiamo se osiamo per lui, ci porta dall’altra
parte, ci fa attraversare la vita.
"Discesa agli inferi" Kiko Argüello - Chiesa Ss.Trinità Piacenza |
Le donne
partoriscono nel dolore, ma sono disposte a soffrire per dare la vita.
Abbiamo
bisogno di riprendere questi ruoli, di soffrire per gli uomini che ci sono
stati affidati, di stare accanto ai discepoli, ai ministri e difenderli da
tutto ciò che li attacca.
Abbiamo bisogno
di donne che, nell’Eucaristia, trovano veramente il cibo, l’alimento per vivere
l’eroico quotidiano, come la possibilità di spezzarsi per gli altri e quindi di
generare la vita.
Le donne hanno
intuito di andare oltre il sepolcro e come oggi, in una giornata in cui
sfolgora il sole, la gioia non si può più contenere.
Ecco la
dimensione della gioia: non donne tristi, non donne ripiegate, non donne vittime
della propria storia.
Donne che
corrono, che hanno un annuncio più grande di loro stesse.
Lui è vivo,
è risorto, non è qui! Come poterlo annunciare? Mettiamolo sulla bocca di una
donna e questa anche se ha avuto un passato difficile, per cui maggiormente
credibile, lo saprà testimoniare.
Amen
(trascrizione
non rivista dall’autrice)
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