domenica 24 giugno 2018

Natività di San Giovanni Battista

"Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio" (Lc 1,57-66)

sabato 23 giugno 2018

La Parola del giorno - 23 giugno 2018


Non preoccupatevi del domani. 
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? (Mt 6,24-34)

Lectio 19 giugno 2018


Lectio 18 giugno 2018


Lectio 16 giugno 2018


Lectio 15 giugno 2018


Lectio 14 giugno 2018


Lectio 13 giugno 2018


Lectio 12 giugno 2018


Lectio 11 giugno 2018


Lectio 9 giugno 2018


Lectio 8 giugno 2018


Lectio 6 e 7 giugno 2018


Lectio 4 e 5 giugno 2018


Lectio 1 e 2 giugno 2018


Lectio 31 maggio 2018


Lectio 29 e 30 maggio 2018


Lectio 26 e 28 maggio 2018


Lectio 24 e 25 maggio 2018


Lectio 22 e 23 maggio 2018


Lectio 19 e 21 maggio 2018


Lectio 17 e 18 maggio 2018


Lectio 15 e 16 maggio 2018


Lectio 12 e 14 maggio 2018


Lectio 10 e 11 maggio


Lectio 8 e 9 maggio 2018


Lectio 5 e 7 maggio 2018


Lectio 3 e 4 maggio 2018


Lectio 1 e 2 maggio 2018


venerdì 22 giugno 2018

La Parola del giorno - 22 giugno 2018


Dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. 
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l'occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!» (Mt 6,19-23)

Lectio 30 aprile 2018


Lectio 28 e 29 aprile 2018


Lectio 26 e 27 aprile 2018


Lectio 23 e 24 aprile 2018


Lectio 21 e 22 aprile 2018


Lectio 19 e 20 aprile 2018


Lectio 16 e 17 aprile 2018


Lectio 13 e 14 aprile 2018


Lectio 10 e 12 aprile 2018


Lectio 6 e 9 aprile 2018


Lectio 3 e 5 aprile 2018


giovedì 21 giugno 2018

La Parola del giorno - 21 giugno 2018

Elìa fu assunto in un turbine di fuoco ed Elisèo fu ripieno del suo spirito.

Dal libro del Siràcide
Sir 48,1-14

Sorse Elìa profeta, come un fuoco;
la sua parola bruciava come fiaccola...
Beati coloro che ti hanno visto
e si sono addormentati nell'amore...

mercoledì 20 giugno 2018

La parola del giorno - Mercoledì 20 Giugno 2018

Apparve un carro di fuoco ed Elia salì verso il cielo. 
Dal secondo libro dei Re 2Re 2,1.6-14
In quei giorni, quando il Signore stava per far salire al cielo in un turbine Elìa, questi partì da Gàlgala con Elisèo. [Giunti a Gerico,] Elìa disse ad Elisèo: «Rimani qui, perché il Signore mi manda al Giordano». Egli rispose: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». E procedettero insieme. 

lunedì 18 giugno 2018

XI Domenica del Tempo Ordinario


Siamo di fronte ad una Parola che può suscitare qualche sana inquietudine...
Il Vangelo ci vuole spiegare cos’é il Regno di Dio.
“È come un uomo che getta il seme sul terreno, dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce…
È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra” (Mc 4,26-34).
Gesù alla folla spiega, attraverso la parabola, che cosa è accaduto nel cuore di Dio. Egli esce e getta il seme che è il Figlio.
Il Regno di Dio è il volto di Gesù: significa entrare nel cuore di Cristo, è la comunione e la partecipazione in lui.
Gesù entra in noi come una cosa invisibile, silenziosa, piccolissima, si fa vivo, dentro la nostra vita, nel battesimo e apparentemente non cambia nulla, ma in realtà Cristo cresce all’interno di ciascuno.
Bisogna porre molta attenzione perché questo piccolo seme, senza imporsi alla nostra vita, pone le sue radici e cresce.
Allora l’incontro con Gesù provoca una responsabilità, non è  soltanto“questione di cibo o di bevanda”, devo porre molta attenzione al rapporto con Dio e ciò cambia la mia posizione rispetto alla vita, devo cercare il regno dentro di me, devo ascoltare ed essere attento al mio cuore.
Però non stando mai in silenzio, senza una vita spirituale, non permetto al suo regno e al suo amore di potersi incarnare nella mia vita.
La crescita del regno, dentro di me, può avere anche momenti, anni muti e silenti, cresce senza sapere né come né quando, poi un giorno c’è l’incontro arriva il momento del “faccia a faccia” con Dio.
Spesso qualcuno dice: “Ho incontrato il Signore”. Ma Lui era già presente è cresciuto dentro di te. Ha atteso che tu ti accorgessi di Lui….
Questo incontro provoca una ferita, una lacerazione però benefica e positiva, come la dilatazione nella carne al momento del parto che è per la vita.
Il Signore si fa largo dentro di noi lasciandoci una nostalgia, un desiderio, oppure un senso di contrizione questo non per sminuirci, per abbatterci, ma per rinnovare la carne putrefatta…
Insomma questo granellino di senape diventa un albero che poi prenderà forme della croce, altrimenti non c’è salvezza…
La croce diventa, dentro di noi, uno scudo contro gli attacchi del maligno, una custodia contro il proprio orgoglio e l’autodifesa, ma soprattutto espressione più alta dell’amore di Dio.
Quindi l’albero della croce non può lasciarci indenni, provoca una ferita che ci invita al rinnovamento interiore. Ci invita ad una relazione. Arriva poi il giorno in cui il volto di Dio si fa visibile e spetta a noi il “faccia a faccia” con Lui, è il giorno della verità su noi stessi.
Faccio crescere questo albero che è la sua croce, la carne di Dio? Oppure ho ridotto il mio rapporto con Lui solamente a fare alcune cose?
Se non c’è questa verità noi partoriamo vento, la nostra vita non ha consistenza, le nostre parole non hanno forza…
Cristo non mi ha fatto violenza, è cresciuto dentro come un virgulto, ma in che posizione sta nel mio cuore?
Com’é brutto passare tanti anni senza accorgersi che c’è il Signore. Certo si può continuare a vivere senza Dio, però si è perso un rapporto di intimità, di amore, di attenzione…
Al ladrone del Vangelo gli è capitata la cosa più bella, chiede a Gesù: “Fammi entrare nel tuo regno”.
La risposta di Cristo è: “Oggi sarai con me”.
Perché allora aspettare per trasformare la nostra vita in una anticipazione del paradiso?
Amen
(trascrizione non rivista dall’autrice)

mercoledì 13 giugno 2018

Il viaggio di Padre ALDO TRENTO nella chiesa di San Raimondo a Piacenza

Don Aldo Trento, Missionario della Fraternità sacerdotale San Carlo Borromeo, è in Paraguay dal 1989. Bellunese, parroco della chiesa di San Rafael ad Asunción, dal 2004 è responsabile della clinica per malati terminali intitolata a san Riccardo Pampuri. In questo luogo arrivano pazienti in fin di vita, malati di cancro o di Aids, e persone abbandonate a loro stesse, che non hanno più nessuno in grado di accudirle. Il 2 giugno 2008 il presidente della Repubblica italiana gli ha conferito il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Stella della solidarietà.

UN CUORE ACCESO
DA CRISTO
Il viaggio di Padre Aldo Trento: dal Veneto al
Paraguay passando per il fondo degli abissi
una storia per immagini girata e montata da
Guido Tombari, editor Rai



presenta, insieme all'autore, Alfonso Baruffaldi,
medico dentista, volontario all'ospedale di Asuncion
VENERDI 15 GIUGNO 2018, ORE 21
MONASTERO BENEDETTINO - CHIESA DI SAN RAIMONDO
Corso Vittorio Emanuele II, 154, Piacenza
le offerte raccolte durante la serata saranno devolute alle opere di Padre Aldo Trento
per gli orfani ed i malati terminali

lunedì 11 giugno 2018

X Domenica del Tempo Ordinario

La parola della liturgia è molto articolata e evidenzia la relazione tra noi e quella con Dio.
Però dove si parla di relazione si parla anche del Divisore.
Il testo della Genesi racconta l’insidia del serpente antico:
"Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero, il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?» (Gn 3,9)
Il nostro cammino spirituale è proprio lasciarsi interpellare da Dio per arrivare, attraverso anche a cadute e ripensamenti, ad adesioni importanti, a quel sentirsi dire da Gesù: “Ecco mia madre, ecco i miei fratelli”.
Potessimo davvero alla fine della nostra vita sentire queste parole cioè lo sguardo di Gesù che si posa su di noi…
Vuol dire che mi riconosce tra i suoi, non appartengo alla schiera di Satana.
È importante che non adoriamo idoli, bigiotteria… ma davvero il solo Dio.
Rischiamo, a volte, di credere di essere dalla parte di Dio perché, fondamentalmente, diciamo di non aver fatto del male, non ho rubato non ho ucciso… Ma invece spesso non sono proprio di Dio…
"Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé» (Mc 3,20)
Nel Vangelo Gesù entro in una casa, che potrebbe essere la casa del nostro cuore, e si raduna molta folla… Anche dentro di noi può esserci un pensare, un vociare, un rivangare… Tanta folla e non riusciamo neppure a mangiare, non c’è posto per il Signore. Crediamo di essere di Dio, ma quando lui mette ordine nella nostra casa, richiamandoci alla carità, al servizio e al perdono, anche noi possiamo pensare che è un folle.
Crediamo che Dio abita in noi, ma lui vuole il primato e questo comporta lasciare le cose negative, pulire la nostra esistenza…
Però quando ci chiede questo, anche per noi è un folle…
Allora da che parte sto?
Se ci poniamo queste domande e troviamo che siamo divisi in noi stessi, come Adamo possiamo dire che siamo nudi, che abbiamo paura… Ma questa risposta dopo Cristo, non è più possibile: quella nudità ora è rivestita di misericordia…
Oggi non dobbiamo nasconderci, dobbiamo avere il coraggio della verità, il coraggio di chiamare le cose per nome.
Le cose dello Spirito e le cose di Satana, riconoscere ciò che è ipocrisia e ciò che è carità, ciò che è menzogna e ciò che è verità, ciò che è legge e ciò che è misericordia.
Dobbiamo avere il coraggio di scegliere Gesù Cristo non perché mi fa comodo, ma perché ha messo ordine nella mia vita e io, rispondendogli, ho riaperto la comunione con lui.
Satana continua dire che abbiamo sbagliato e continuerà ad accusarci davanti a Dio e ai fratelli.
Ma Dio ci chiederà sempre dove siamo e attraverso Gesù ci darà una parola di incoraggiamento.
Amen
(trascrizione non rivista dall'autrice)

domenica 3 giugno 2018

CORPUS DOMINI: Farò la Pasqua da te

La Processione del Corpus Domini, miniatura del Codice Valois
“Riceverò Cristo che rinnova la mia giovinezza”.
Questo versetto, pensando all’Eucaristia, è molto bello perché quando riceviamo Cristo in noi scaturisce la vita.
Se non ci nutriamo di Cristo, non possiamo vivere...
Oggi, nel giorno del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, dovremmo rimanere in silenzio per capire cosa significa ricevere Gesù.
“I discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua” (Mc 14,12).
Nel vangelo di Marco i discepoli chiedono dove preparare e Gesù risponde che la sala e il banchetto del suo corpo sono già pronti.
Il Signore ci prepara tutto non per sminuirci, ma per darci la possibilità di essere accolti con quella pienezza che solo lui può dare.
Noi veniamo all’Eucaristia e tutto è già pronto, però non può preparare il nostro cuore, quello dipende dalla nostra libertà.
Farò la Pasqua da te ma sono pronto a questo incontro? Cosa devo fare?
Semplicemente esserci… Gesù viene a noi così come siamo.
Dobbiamo almeno avere un minuto in cui abbiamo coscienza di questo grande dono.
La frase di una bambina che ha fatto la Prima Comunione: “Il suo cuore nel mio petto”.
Riconosciamo dunque che il Signore della Storia entra in me…
Farò la Pasqua da te, cioè recupererò tutta la tua vita. Come è stato assunto in Cristo tutto l’antico Testamento, così Egli assume tutta la nostra vita: passato, presente e futuro.
Ecco il perché del silenzio: è un mistero troppo grande… Dobbiamo pensare alto.
Il tavolo di quella stanza è il nostro cuore, Gesù ci dice: “Prepara il cuore e io arrivo vengo a te”.
Nulla è più potente dell’Eucaristia perché l’ampiezza dell’amore e l’umiltà di quel pane spezzato sono così grandi che Satana fugge. Ecco il modo per tenere lontani gli attacchi del nemico dalla nostra vita.
L’umiltà è una grande arma, mentre l’orgoglio è una porta aperta per la divisione, per Satana…
Questo ci permette di essere guariti nel corpo e nell’anima e il nemico non può nulla…
Madre Teresa di Calcutta ci ricorda che:
“Gesù si è fatto cibo perché ha visto la nostra fame d’amore”. Poi si è reso affamato perché noi possiamo aiutarlo negli ultimi. L’Eucaristia è questa circolazione dell’amore.
Ci conceda il Signore di avere un cuore umile, libero, anche peccatore, ma capace di dire: “Signore Gesù fai la Pasqua da me”.
Lui verrà non si ritrae dinanzi al nostro bisogno d’amore…
Amen
(trascrizione non rivista dall’autrice)