lunedì 11 giugno 2018

X Domenica del Tempo Ordinario

La parola della liturgia è molto articolata e evidenzia la relazione tra noi e quella con Dio.
Però dove si parla di relazione si parla anche del Divisore.
Il testo della Genesi racconta l’insidia del serpente antico:
"Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero, il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?» (Gn 3,9)
Il nostro cammino spirituale è proprio lasciarsi interpellare da Dio per arrivare, attraverso anche a cadute e ripensamenti, ad adesioni importanti, a quel sentirsi dire da Gesù: “Ecco mia madre, ecco i miei fratelli”.
Potessimo davvero alla fine della nostra vita sentire queste parole cioè lo sguardo di Gesù che si posa su di noi…
Vuol dire che mi riconosce tra i suoi, non appartengo alla schiera di Satana.
È importante che non adoriamo idoli, bigiotteria… ma davvero il solo Dio.
Rischiamo, a volte, di credere di essere dalla parte di Dio perché, fondamentalmente, diciamo di non aver fatto del male, non ho rubato non ho ucciso… Ma invece spesso non sono proprio di Dio…
"Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé» (Mc 3,20)
Nel Vangelo Gesù entro in una casa, che potrebbe essere la casa del nostro cuore, e si raduna molta folla… Anche dentro di noi può esserci un pensare, un vociare, un rivangare… Tanta folla e non riusciamo neppure a mangiare, non c’è posto per il Signore. Crediamo di essere di Dio, ma quando lui mette ordine nella nostra casa, richiamandoci alla carità, al servizio e al perdono, anche noi possiamo pensare che è un folle.
Crediamo che Dio abita in noi, ma lui vuole il primato e questo comporta lasciare le cose negative, pulire la nostra esistenza…
Però quando ci chiede questo, anche per noi è un folle…
Allora da che parte sto?
Se ci poniamo queste domande e troviamo che siamo divisi in noi stessi, come Adamo possiamo dire che siamo nudi, che abbiamo paura… Ma questa risposta dopo Cristo, non è più possibile: quella nudità ora è rivestita di misericordia…
Oggi non dobbiamo nasconderci, dobbiamo avere il coraggio della verità, il coraggio di chiamare le cose per nome.
Le cose dello Spirito e le cose di Satana, riconoscere ciò che è ipocrisia e ciò che è carità, ciò che è menzogna e ciò che è verità, ciò che è legge e ciò che è misericordia.
Dobbiamo avere il coraggio di scegliere Gesù Cristo non perché mi fa comodo, ma perché ha messo ordine nella mia vita e io, rispondendogli, ho riaperto la comunione con lui.
Satana continua dire che abbiamo sbagliato e continuerà ad accusarci davanti a Dio e ai fratelli.
Ma Dio ci chiederà sempre dove siamo e attraverso Gesù ci darà una parola di incoraggiamento.
Amen
(trascrizione non rivista dall'autrice)

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