domenica 6 maggio 2018

VI Domenica di Pasqua: Rimanete nel mio amore


Le letture di questa domenica sono talmente belle e suggestive che potrebbero sembrare distaccate dalla nostra vita concreta...
Il Vangelo è ancora un richiamo del rimanere:
“Rimanete nel mio amore”
È indispensabile nella vita dimorare: quando vediamo un bel posto in collina, al mare o in montagna diciamo che vorremmo abitare li.
Prova a pensare di abitare nel cuore di Dio: è il luogo più bello… Forse non ci ho mai pensato perché sono separato dal Signore.
Gesù ci dice che se diventiamo familiari a lui questo abitare ci verrà naturale, anche se siamo presi da mille faccende dobbiamo essere sempre uniti a Gesù.
Cristo ci invita ad andare a lui e prendere dimora presso di lui, per trovare la verità su noi stessi e scoprire lo sguardo di carità di Dio che ci guarda con occhi buoni.
Per il bambino inglese, il piccolo Alfie, alla ribalta della cronaca in questi giorni, i suoi genitori, quando è stato staccato il respiratore, si davano il cambio con la respirazione bocca a bocca.
Provate pensare al cuore di Dio e come quello di questi genitori che hanno donato il loro respiro.
Anche Dio non si dà per vinto, con amore infinito si china su di noi…
Dimorare in Cristo ci rende poi suoi amici e il regalo più grande di questa amicizia è il dono del Padre: donandoci il Padre ci fa sentire figli.
“Non vi chiamo più servi, ma amici”
Quindi non siamo schiavi o servi, ma figli amati…
In questa logica comprendo il significato di essere “Figlio nel Figlio”.
Allora quando anche il nostro accusatore, Satana, ci accuserà dei nostri peccati, di tutte le nostre imperfezioni e mancanze e ci dirà anche che il Signore non ha cura di noi, ricordiamoci però che Dio è amore e senza questo Padre io non posso vivere...
Per quanto il mondo mi possa rubare questa identità, io sono il figlio amato.
“Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto” (Atti 10,34-35).
Lo Spirito è donato a tutti. Anche S. Benedetto nella sua Regola si rivolge a “Chiunque tu sia”, non perché sei perfetto, hai dei meriti o qualità, ma basta che tu venga, che tu lo desideri…
Ritornando alla vicenda del piccolo Alfie, i veri perdenti sono quelli che pensano solo a livello umano e di efficienza, noi siamo molto di più, siamo un corpo che ama e vive nell’amore. Questo non lo può distruggere né una macchina, né il pensiero di una legge perché lo spirito è libertà e raggiunge tutti. Come sarebbe restrittiva una vita pensata e decisa solo dagli uomini…
Dio non fa preferenze, mi aspetta, mi desidera così come sono e indipendentemente dal giudizio degli uomini. Lui mi prende tra le braccia e mi fa dimorare in lui…
Non dobbiamo fare qualcosa, ma semplicemente essere noi stessi e invocare il suo amore.
Amen
(Trascrizione non rivista dall’autrice)

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