martedì 27 marzo 2018

Martedì santo: Darò la mia vita per te!

Il capitolo XIII di Giovanni ci pone la figura di tre discepoli, Giovanni, Giuda e Pietro, che hanno comportamenti diversi dinanzi a Gesù e sintetizzano bene  il nostro cuore.
Si può cogliere un'esperienza che, anche noi, possiamo vivere.
Poggiare il capo sul petto di Gesù come Giovanni e sentirne il battito, l'intimità, è quello che, almeno una volta nella vita, abbiamo desiderato.
Abbiamo provato anche la tentazione di Giuda, con senso di ribrezzo, di disprezzo verso il nostro Signore, cioè l'essere presi dentro dal male.
Abbiamo  pure sperimentato la generosità di Pietro con la sua espressione: "Darò la mia vita per te!".
Tre esperienza di cuore, ma un unico volto: Gesù Cristo.
Come si pone il Signore davanti a noi?  Ci chiede di essere nella verità e di riconoscere la nostra povertà.
Quanto è ingannevole la generosità di Pietro che, se non passa dal crogiuolo della Croce, non ha consistenza. Anche noi lo diciamo spesso nei confronti delle nostre sorelle, di mia moglie, di  mio marito, della mia comunità... Ma quante volte veniamo meno...
Solo la Croce purifica realmente il nostro cuore. La generosità da sola non può nulla, non sostiene una vocazione, svanisce come pula al vento. Davanti alla prima tentazione e alla prima difficoltà, insorgono domane e dubbi e il volto del Signore e di coloro che amiamo svanisce.
L'espressione "Dare la vita" diventa efficace solo quando consegno l'esistenza a Gesù ed egli, che vive in noi, la trasforma in dono.
Se Cristo abita in noi, con i suoi sentimenti, allora siamo capaci di dono.
E' importante arrivare alla Pasqua  con la consapevolezza che solo Lui può dare la vita vera.
Ecco il valore dell'Eucaristia, l'insondabile possibilità che abbiamo tutti i giorni di essere presi dentro dal Pane e dalla Parola per poi essere capaci di dono nel nostro quotidiano.
Per ben tre volte in questi versetti del Vangelo si narra che Giuda intinse il boccone, quando poi esce il testo sottolinea che "era notte"...
Tutti i giorni c'è questo passaggio tra il boccone del male che è in noi e l'eucaristia che lo toglie.
Quante volte bocconi amari, parole amare, gelosie, invidie entrano dentro di noi come bocconi di tentazioni e di possibilità di compiere il male, ma attraverso l'eucaristia, attraverso la Parola di Dio, la parola buona di un fratello o di una sorella, riusciamo a metterli fuori.
Ecco perché è importante lasciarsi avvolgere dal pensiero di Cristo. "Dare la vita" è proprio assumere la sua bontà, la sua bellezza, il suo amore, la sua misericordia, il suo perdono.
"Tutto posso in colui che mi da forza" (Fil 4,13) "Quanto a me il vivere è Cristo" (Fil 1,21).
Cioè devo scoprire presenza di Cristo che mi coinvolge totalmente e docilmente consegnarmi a Lui.
E' importante che oggi guardiamo al nostro cuore  e capire quello che lo abita.
Lo abita il desiderio, la passione, l'amore di Giovanni?
Lo abita il boccone amaro di Giuda?
Lo abita la generosità, che va purificata, di Pietro?
Amen
(trascrizione non rivista dall'autrice)

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